Google mi permette di pianificare itinerari composti da una sola decina di punti, quindi sulla mappa riporto solo i colli interessati, ipotizzando, nelle coordinate, la partenza da
Bormes les Mimosas e l'arrivo dalle parti di
Les Ardets de l'Esterel, dopo aver attraversato e costeggiato il
lago di Saint Cassien, nei pressi dell'autostrada A8 per tornare in Italia.
Buona parte di questo itinerario, a partire da tutto il primo tratto, si dipana tra i boschi, in un'ombra molto piacevole d'estate ma un po' meno d'inverno (io l'ho fatto il 18 dicembre!) perché col freddo molti tratti sono umidi e... gelati.
Dieci colli bassi e non molto impegnativi ma che, messi insieme, offrono un tragitto molto interessante, a tratti bucolico e a tratti divertente.

L'asfalto è sempre liscio e ben pulito e i panorami non mancano certo.
Partiamo, dunque, da Bormes les Mimosas prendendo la D41 diretti verso nord e in appena 4 km raggiungeremo il primo colle del nostro percorso: il
Col de Caguo Ven (237 mt slm).
Boschi di sugheri, querce e olivi ci accompagnano per i primi colli e ci fanno sentire molto a sud dell'Europa, con un paesaggio per noi inusuale.
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Sugheri, nei pressi del Col de Caguo Ven |
Non ci possiamo sbagliare, seguiamo le indicazioni per
Collobrières, prima, e per
Grimaud dopo. Nei primi 40 km, in effetti, attraversiamo ben 5 dei 10 colli odierni, uno in fila all'altro, sempre tra i boschi e su stradine strette ma molto ben asfaltate. Tanto per avere un'idea del percorso, parliamo di quaranta km da percorrere in ben più di un'ora. Un'ora rilassante ma mai noiosa.
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Vedute della prima parte dell'itinerario |
Attraversato il Caguo Ven incontriamo: il
Col del Gratteloup (192 mt slm), il
Col de Babaou (416 mt slm), il
Col de Taillude (411 mt slm) e il
Col du Périer (349 mt slm).
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Col de Gratteloup |
Col de Babaou |
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Col de Taillude |
Col du Périer |
Dopo i primi cinque colli, quindi, arriviamo a
Grimaud, dove teniamo la sinistra seguendo le indicazioni per
La Garde Freinet, prima sulla D2048, per un km circa, poi di nuovo allo stop sulla D558. Una strada molto scorrevole che in una decina di km ci porterà, appunto, fino La Garde Freinet, dove svolteremo subito a destra sulla D75 seguendo le indicazioni per
Le Plan de la Tour.
Nuovamente immersi nei boschi, questa volta principalmente di querce, raggiungiamo in meno di dieci minuti il
Col de Vignon (352 mt slm), dove dovremo fermarci allo stop immettendoci, svoltando a destra, sulla D74, sempre verso Plan de la Tour.
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Panorama dal Col de Vignon |
Col de Vignon |
La strada si rifà un po' strettina ma sempre liscia e pulita e prende il nome di
Piste de la Colle Dure, pista del colle duro, ma in realtà, almeno in moto, è molto dolce e sinuosa.
Le indicazioni, qui, non si sprecano ma niente paura: attraversiamo il minuscolo paesino di Plan de la Tour seguendo la strada su cui ci troviamo e, superato il paese, ci troveremo sulla D44, un'altra stradina ben asfaltata che, tra i campi, ci porterà fino alla superstrada D25, immettendoci proprio in corrispondenza di un secondo (di oggi)
Col de Gratteloup (226 mt slm).
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Col de Gratteloup di Fréjus |
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Col de Saint Andrieu |
Percorriamo la D25 verso nord dando, finalmente, un po' di sfogo ai nostri pistoni, infatti si tratta di una strada sinuosa ma veloce, in pieno sole, che invita ad accarezzare i limiti di velocità.
Dopo che la strada sarà diventata D125, passeremo sotto l'autostrada A8 ancora diretti verso nord e, alla prima rotonda, terremo la destra, per
Draguignan, alla seconda andremo diritto, sempre per Draguignan e alla terza prenderemo a destra, per
Digne, verso il
Verdon e, soprattutto, verso il
Col de Saint Andrieu (491 mt slm), che raggiungeremo in meno di una ventina di km di strada veloce, passando a fianco di
Figanières (sembra un bel posto).
In effetti non ci accorgeremo nemmeno del colle: non è segnalato e si trova in un punto piuttosto veloce.
In pochi km la strada, pur rimanendo abbastanza scorrevole, si movimenta un po', con quattro tornanti che, per esperienza, vi posso dire che d'inverno sono gelati: occhio!
La strada sarà diventata, a questo punto, la D955 e subito dopo
Montferrat ci proporrà un paio di tornanti molto interessanti, dopo i quali, dovremo percorrere ancora due km per poi prendere a destra, la D19, verso
Bargemon. Una strada tra i campi, a due corsie giuste giuste, ma abbastanza veloce, sinuosa e con buona visibilità. In 13 km ci porterà al
Col de Saint Arnoux, dove troviamo gli unici trecento mt di fondo leggermente disconnesso (in Italia sarebbe considerato ancora un buon fondo!) perché, essendo battuto da venti freddi, d'inverno è soggetto a grandi gelate.
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Col de Saint Arnoux |
Il fondo completamente gelato sul Col de Saint Arnoux |
Ridiscendiamo mantenendo la D19, che diventa più movimentata e divertente, e attraversiamo
Seillans. Sulla destra troverete un bar chiamato
Le Maquis: ha un dehor magnifico con una vista impareggiabile: vale la pena di una sosta, anche solo per una birretta e/o un panino.
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Le Maquis, a Seillans, e il panorama dal suo dehor |
Quando ripartite non fate come me: il semaforo che c'è 300 mt più avanti, diventa verde solo se vi ci avvicinate molto: dopo dieci minuti che ero lì fermo, una signora si è decisa a scendere dalla macchina che avevo dietro e mi ha avvisato che dovevo andare più avanti, altrimenti restava rosso per sempre!
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Col d'Avaye |
Attraversato Seillans lasciamo la D19 svoltando a sinistra subito dopo il cimitero, per immetterci sulla D53, di nuovo una strada che presto si restringe e ci porta, tra i boschi, fino al
Col d'Avaye (765 mt slm) dopo aver goduto di panorami mozzafiato. Giunti al colle la strada D53 finisce con un
dare la precedenza: eventualmente diamola, poi prendiamo a destra e seguiamo le indicazioni per
Tourrettes, prima, e per la
A8, poi, per arrivare al lago di
Saint Cassien, che attraverseremo su un ponte e che potremo anche ammirare costeggiandolo fino quasi all'ingresso dell'autostrada, che useremo per tornare a casa, stanchi ma, credo, soddisfatti.
Prima di partire per questo giro, potete considerare l'idea di andare prima
Verso la Routes des Crêtes, in modo da sfruttare lo spostamento, abbastanza importante, per fare due bei giri in
Provenza.
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