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sabato 20 agosto 2016

Il giro del Birrone

LuogoCoordinate
Madonna del CollettoN44.283573 E7.372599
Colle dei MortiN44.385713 E7.121802
Colle d'EsischieN44.396693 E7.12375
Colle di SampeyreN44.55097 E7.119717
Colle BirroneN44.541149 E7.233511
Colle della Ciavra (o Ciabra)N44.518517 E7.303583
Monte San BernardoN44.517127 E7.356513
Colle di ValmalaN44.508821 E7.340226
Rieccomi, dopo un po' di riposo in quel di Svezia, con la famiglia e... un'automobile.

Ma non sono riuscito a restare lontano dalle strade da moto per tutto questo tempo, anzi, insieme a Claudio e grazie alla sua esperienza, ne abbiamo affrontata una, sterrata, proprio tosta: il giro del Birrone (e non è una battuta!).

Giretto da poche ore, con sosta per pranzo in un tipico ristorante di montagna (direi più una locanda ma ne parlerò dopo).

Il giro, di cui trovate la mappa qui a destra, parte e arriva a Cuneo, vede i tratti più interessanti tra Valdieri e Valmala e, tra questi, i più impegnativi, su sterrato, tra il colle di Sampeyre e il Monte San Bernardo, vicino a Valmala (segnati in rosso sulla mappa.
Indicazioni per il santuario

Il primo tratto, che considereremo di spostamento, ci porta a Valdieri, in valle Gesso, dove prendiamo a destra, per la piazza del comune, e dove seguiremo le indicazioni per il santuario della Madonna del Colletto. La strada è piuttosto stretta ma sufficientemente liscia e pulita. Attenzione perché, a seconda dei giorni, potrebbe essere popolata da grandi greggi di ciclisti.
I boschi della valle Gesso e le curve, ben disseminate lungo il percorso, ci mettono a disposizione un quarto d'ora fresco e divertente che ci porta fino al santuario.

La strada per il santuario della Madonna del Colletto Il santuario della Madonna del Colletto
Strada per il santuarioSantuario della Madonna del Colletto

Indicazione per il Colle dei MortiLa discesa, verso Demonte, è altrettanto fresca e divertente e ci impegna per una ventina di minuti, finché, raggiunto e superato il centro di Demonte, prendiamo a destra per il Colle dei Morti, altrimenti detto, erroneamente, colle della Fauniera. In realtà la Fauniera è la cima che svetta sopra il valico, mentre il nome Colle dei Morti deriva da una sanguinosa battaglia avvenuta in zona nel XVII secolo, tra franco-ispanici e piemontesi.

Anche qui la strada è stretta e va rastremandosi verso la cima. Il fondo è abbastanza liscio, pur contando parecchi rattoppi dell'asfalto, e spesso si transita in mezzo a piccoli villaggi che causano restringimenti. Meglio non aprire troppo il gas perché dopo ogni curva è facile incontrare fauna di ogni tipo, dalle mucche ai ciclisti, da chi pratica skiroll alle marmotte, senza contare le piccole frane che portano terriccio e pietre sulla carreggiata.

A meno che non si parta a mezzogiorno, difficilmente si troveranno temperature alte e, man mano che si sale, queste scendono lentamente, fino ai 2.500 mt slm del passo.

La strada del Colle dei Morti
La strada del Colle dei Morti

Eccoci finalmente al monumento a Marco Pantani, che segna il colle e ricorda la sua impresa del 1999, quando su questo colle ottenne la maglia rosa (che quell'anno, però, non riuscì a portare fino a Milano).

Il Colle dei Morti Il Colle dei Morti

Il Colle dei Morti

Continuiamo scendendo verso la valle Grana e dopo poco più di un chilometro svoltiamo a sinistra, verso il colle d'Esischie, che troviamo proprio lì in cima alla prima salita e da dove scenderemo verso Marmora, in Valle Maira.

Bivio per Marmora (a sx) e Castelmagno (a dx)
Bivio per Marmora (a sx) e Castelmagno (a dx)

Ancora una discesa fresca e divertente, anche se la strada è un po' meno liscia.
Il tornante in fondo alla discesa ci annuncia l'arrivo a Marmora.

Arrivo a Marmora
Arrivo a Marmora

Non cambiamo strada e proseguiamo sulla provinciale 113, che ci porterà fino a Ponte Marmora, dove, allo stop, prenderemo a destra e, dopo sei-settecento metri, imboccheremo la strada per Elva a sinistra, quella conosciuta anche come Vallone dell'Orrido (e non vi dico il perché).

Segnalazione del bivio per Elva - Vallone dell'Orrido
Segnalazione del bivio per Elva - Vallone dell'Orrido

Strada del Vallone dell'Orrido
Strada del Vallone dell'Orrido Strada del Vallone dell'Orrido
Vedute della strada del Vallone dell'Orrido

Non arriveremo ad Elva ma ci fermeremo pochi chilometri prima, al Colle di Sampeyre a 2.284 mt slm, dove potremo salutare, almeno per un po', il fondo liscio dell'asfalto per infilarci nella stradina che si vede a destra.

Sosta al Colle di Sampeyre Colle di Sampeyre - Bivio per Sampeyre (a sx) e Colle Birrone (a dx)
Sosta al Colle di SampeyreBivio per Sampeyre (a sx) e Colle Birrone (a dx)

Da qui, e per 25 km circa, ci ritroveremo a sognare anche gli asfalti più sconnessi perché la strada assomiglia sempre più ad una pietraia, da percorrere pian piano e valutando il passaggio su ogni singolo sasso. Specie se si hanno le gomme da strada... come me. Mi dispiace non aver fatto delle foto al fondo ma... avete presente il Colle della Boaria? Ecco, ma con le pietre grandi il triplo! Più di un'ora di fatica e di buona scuola, dietro la gomma posteriore di Claudio, poi una grande soddisfazione all'arrivo al Colle Birrone, dopo una quindicina di km, dove la strada si fa un po' più bella, quasi paragonabile ad una normale strada bianca, al punto che le velocità si alzano e devo allontanarmi un po' da Claudio, per non mangiare troppa polvere.

La segnaletica a Colle Birrone Piccolo slargo a Colle Birrone
La segnaletica a Colle Birrone Piccolo slargo a Colle Birrone

Proseguendo per altri 7,5 km si raggiunge il colle della Ciabra e poi per altri cinque per ritrovare uno stretto nastro d'asfalto che ci porta allo slargo di Pian Pietro, sotto il Monte San Bernardo.

Segnaletica al Colle della Ciabra La strada del Colle della Ciabra
Segnaletica al Colle della Ciabra La strada del Colle della Ciabra
Quasi a Monte San Bernardo: si rivede l'asfalto Pian Pietro
Quasi a Monte San Bernardo: si rivede l'asfalto Pian Pietro

Siamo partiti alle otto e mezzo da Cuneo ed ora è quasi l'una: la fame non ci permette nessuna meta diversa da un ristorante, una taverna, una bettola qualsiasi ma che ci possa offrire cibo.
Siamo fortunati: tornando indietro di un paio di chilometri, raggiungiamo il santuario di Valmala, dove, tra gli altri,  troviamo il ristorante Gian Giuli, che ci serve i piatti del giorno, tra i quali spicca una splendida polenta concia, che ci sfamano per bene con soli 17 Euro a testa.


Ristorante Gian Giuli al santuario di Valmala Polenta concia da Gian Giuli
Ristorante Gian Giuli al santuario di Valmala Polenta concia da Gian Giuli
Da qui, forse un po' appesantiti dalla polenta concia, il ritorno a casa è abbastanza semplice: si scende verso Valmala, la si supera e si raggiunge la strada che porta al colle dell'Agnello, dove, allo stop, si prende a destra, per Brossasco.
Dopo Brossasco si entra in Venasca, si costeggia la chiesa e si prende per Rossana, quindi il colletto di Rossana e poi... qualsiasi strada va bene per tornare a casa. Noi siamo passati da Bosco di Busca e ci siamo salutati vicino al ponte nuovo di Cuneo, pensando al prossimo giro.

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