Ricerca nel blog

domenica 3 luglio 2016

Le Gorge di Daluis

Non ce l'hanno fatta, i temporali, a rovinare il nostro giro: la visita a Les Gorges de Daluis, nella valle del Vars, Alpi Marittime, la zona dove finisce il Mercantour e inizia il Verdon (vedi la mappa).
E pensare che ci hanno provato in tutti i modi, fino a provocare una frana che ha causato la chiusura temporanea del Col d'Allos ma... niente, ce l'abbiamo fatta, io e Roz, e ci siamo divertiti lo stesso.
Anzi, di più.

   
Vedute delle Gorges de Daluis

Les Gorges de Daluis, insieme alle non lontane Les Gorges du Cians, sono considerate, dai francesi, il Colorado des Alpes Niçoise.

Il giro, da farsi in giornata, parte e arriva a Barcelonnette e, oltre alla percorrenza in entrambi i sensi dei sei chilometri del canyon di Daluis (Les Gorges, appunto), prevede l'attraversamento di tre colli non proprio da poco:
  • Col de La Cayolle 2.326 mt slm;
  • Col des Champs 2.087 mt slm;
  • Col d'Allos 2.250 mt slm.
Per la pausa pranzo consiglio un piccolo Auberge a Daluis, da non perdere sia per il cibo che per i prezzi ma, soprattutto, per l'ambiente e la gentilezza di chi lo gestisce: l'Auberge des Gorges de Daluis.

Il bivio per Cayolle o Allos, a Barcelonnette

Mappa
Ma veniamo ai dettagli del giro.

Come abbiamo detto, partenza da Barcelonnette direzione Col de la Cayolle. In effetti il giro funziona perfettamente anche all'incontrario ma noi l'abbiamo fatto così, in senso orario.
Non ci si può sbagliare: sulle strade delle Alpi, in Francia, i colli sono molto ben segnalati: inizialmente seguire le indicazioni per i Colli de la Cayolle e d'Allos, poi, un chilometro fuori da Barcelonnette le strade si dividono (e qui potrete decidere se fare il giro in senso orario, come noi, o antiorario).


A sinistra, per la Cayolle. La strada è bella ampia e, come sempre da queste parti, pulita e liscia. si restringerà, man mano che si sale, ma non diventerà mai tortuosa e resterà liscia fin dall'altra parte.
Un percorso molto dolce tra montagne che, con le loro striature che si curvano e si ripiegano su loro stesse, ci parlano dei loro milioni di anni. Tanto verde e, man mano che si sale, tanto fresco. Al punto che, vicino alla cima, è meglio avere una maglia pesante sotto la giacca estiva.

Si scollina a 2.300 metri e rotti, ed è il solito ritrovo gioioso e gioviale, tra motociclisti e ciclisti che si scambiano le macchine fotografiche per la foto di rito di fronte al cippo che riporta i dati salienti del colle.

 
Col de la Cayolle

Credo che queste occasioni siano le uniche durante le quali tra i due gruppi di girovaghi corra buon sangue. Per il resto si detestano abbastanza. Vero?

Col de la Cayolle verso Guillaumes
Scendendo si raggiunge la sorgente del Vars, fiume da costeggiare per un bel pezzo, fino a Daluis. Arrivati a Saint Martin d'Entraunes, un bel paesino che pare essere stato costruito sopra ad un tornante, si imbocca la strada per Guillaumes, che, poi, porta alle Gorges de Daluis.

È consigliabile percorrere la strada de Le Gorges, ovvero il canyon, nei due sensi, perché verso sud, si costeggia la montagna passando sotto 18 gallerie, mentre nell'altro senso ci sono poche gallerie (si passa al di fuori) e si viaggia sul vuoto del canyon. Insomma: l'andata ed il ritorno sono due strade completamente diverse e vale la pena di vederle entrambe. Sei chilometri di rocce dal colore rosso sangue che indica la forte presenza di ossido di ferro, scavate con pazienza dal Vars, in 260 milioni di anni.

Uscendo dall'ultima galleria si può vedere, sulla sinistra, una roccia molto grande, come una torre. Arrivando da nord non dice molto ma, tornando, è segnalata come la Tête de Femme. In effetti la sua sagoma ricorda un po' la testa di una donna vista da dietro, di tre quarti: l'uomo è abituato ad antropomorfizzare tutto, a vedere visi o corpi ovunque. In ogni caso: è ben segnalata, fateci caso al ritorno.

Solo un chilometro ci separa dall'Auberge. Se siete arrivati presto, potete fare una piccola escursione aggiuntiva, proseguendo per 13 km verso sud, seguendo le indicazioni per Entrevaux, dove potrete fermarvi per un aperitivo ammirando il castello e la cittadella fortificata, con le loro mura, che zigzagano su per la montagna, per poi tornare a Daluis.

Dopo mangiato, si riprende la strada in senso inverso e si ripercorre il canyon questa volta passando sul bordo del baratro, all'esterno di buona parte delle gallerie.

   
Percorrendo Les Gorges de Daluis

Verso la fine del canyon non è difficile trovare, sul Pont de la Mariée, gente che si butta nel vuoto legata ad una corda elastica, cioè che fa Bungee Jumping. Un operatore mette a disposizione ciò che serve e, per 79 Euro, ci si può buttare.
Bungee jumping dal Pont de la Mariée

Io ho pensato che 79 euro fossero troppo pochi: non mi butterei nemmeno per mille!!! Poi mi hanno spiegato che li avrei pure dovuti pagare io, per buttarmi, e lì ho avuto l'ennesima conferma del fatto che la gente fa cose strane. A volte molto strane.

Ritornati a Saint Martin d'Entraunes, dopo il tornante che caratterizza il paese, svoltiamo a sinistra seguendo l'indicazione per il Col des Champs. La strada qui è abbastanza stretta e i temporali l'hanno sporcata molto con piccole pietre trascinate dall'acqua. Quando abbiamo iniziato a salire non c'è stato bisogno di Bernacca per capire che era meglio infilarsi nelle tutte antipioggia, infatti abbiamo avuto il tempo di fermarci e farlo che è venuto giù il finimondo, con molto vento e acqua a catinelle ma, superato il colle, la situazione è andata rapidamente migliorando. (Nessuna foto: pioveva troppo!)

Scesi fino a fondovalle, siamo risaliti ed abbiamo raggiunto La Foux d'Allos, una stazione sciistica ad un tiro di schioppo dall'ultimo colle del giro, dove siamo stati fermati dalla Gendarmerie che ci ha avvisati del fatto che la strada era chiusa per una frana e che ancora non si sapeva se sarebbe stata riaperta a breve oppure no.

 
Aspettando a La Faux d'Allos

Erano ormai le quattro del pomeriggio e l'unica strada per tornare a casa (ma sotto la pioggia!) era tutta quella appena percorsa. Come altri motociclisti giunti nel frattempo, abbiamo deciso di aspettare un po', prendendo qualche cosa in un bar del paese, mentre si scatenava un altro temporale. Dopo un'oretta siamo ripartiti e i gendarmi sulla strada ci hanno detto che la riapertura era prevista in 45 minuti e che avremmo potuto procedere per attendere sulla strada oppure al rifugio del Col d'Allos; allora siamo andati avanti e arrivando al rifugio abbiamo notato diverse auto che arrivano dal colle, così ci siamo convinti dell'alta probabilità che la strada fosse già stata liberata dalla frana. Siamo andati avanti e abbiamo raggiunto il luogo dove una scavatrice stava rimuovendo le ultime pietre e i gendarmi la interrompevano, ogni tanto, per far passare qualche macchina moto e bicicletta.


Col d'Allos

Lavori di rimozione della frana

Da lì, raggiungere Barcelonnette, sulla strada che si asciugava velocemente, è stato questione di un quarto d'ora, mentre il sole tornava a scaldarci le tute antipioggia.

Bel giro e, nel nostro caso, belle avventure e begli incontri. Resta la curiosità di visitare le Gorges du Cians, ma saranno la meta di un prossimo giro.

Dopo il temporale, dall'Allos

1 commento: