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sabato 30 aprile 2016

Dalla Rosazza al lago d'Orta al Cervino

Motorcycle Valsesia
Mi ha chiamato, sì. Sono tornato a prenderla e mi è parsa più rilassata. Per certo è stata curata in un'ottima officina, quella della Motorcycle Valsesia, circondata da cugine Harley e, soprattutto, da un ottimo assistente: Demetrio. Se vi trovate dalle parti della Val Sesia, fateci un salto: conoscerete una persona che ama veramente il suo mestiere, quindi anche la vostra moto. Dopo avere cambiato la camera d'aria alla mia, senza che ciò comportasse alcun sovraprezzo, l'ha anche lavata: quando me l'ha restituita quasi non la riconoscevo. Grazie Demetrio, avercene, di officine come la tua.

Bene, torniamo al giro che, finalmente, ho portato a termine. La foratura (alla fine di questo si è trattato) mi ha portato ad ottimizzare ancora il giro, lasciando solo le parti migliori.

Dividiamo il giro in due giorni: durante il primo attraverseremo i più bei passi non di frontiera del nord del Piemonte, nell'area intorno alla Val Sesia, il secondo giorno percorreremo uno dei miti delle Alpi, il Mottarone, poi ci sposteremo in Val d'Aosta, per fare due o tre colli nel cuore della regione, nei posti dove Heidi, sicuramente, vive ancora. E, secondo me, anche suo nonno.

Primo giorno: da Quincinetto (TO) a Pella (NO)

La partenza da Quincinetto, così come l'arrivo a Nus, è dettato dal fatto che, come ormai sapete, io parto da Cuneo. Di fatto si può partire da qualsiasi punto ci permetta di arrivare a Oropa, da cui iniziare la salita verso la galleria della Rosazza. Ma torniamo un attimo indietro: da Quincinetto a Oropa, se non vi volete annoiare, assicuratevi di prendere per la strada provinciale 500: farete un ottimo riscaldamento per affrontare la Rosazza. Infatti la strada che porta alla galleria è stretta e tortuosa, sempre divertente e non troppo pericolosa. In due o tre punti l'asfalto lascia il posto, per qualche decina di metri, alle grosse lastre di pietra con cui erano lastricati i ponti: consiglio di passarci con molta calma. La velocità media è molto bassa, così la cima si fa attendere ma i panorami che si presentano dopo ogni curva riescono a riempire bene il tempo.
Prima di arrivare alla galleria si può vedere, sulla sinistra, il santuario di Oropa dall'alto.

Il Santuario di Oropa dalla Rosazza La galleria della Rosazza La locanda dopo la galleria
La discesa dalla galleria
La cima è uno spettacolo. La galleria ha il fondo in terra battuta con le due corsie in pietra, dove passavano le ruote dei carri. La si attraversa a bassissima velocità e prendendo qualche goccia d'acqua sul casco.
Dall'altra parte un nuovo panorama mozzafiato e, soprattutto, una bella locanda subito dopo la prima curva.

La discesa non ha nulla da invidiare alla salita: stesso divertimento. Arrivati a Rosazza si inizia a salire per il belvedere di Zegna/Bielmonte: un lungo percorso sul fianco della montagna, da cui godere costantemente del belvedere a destra e della montagna a sinistra.
Panorama da Zegna/Bielmonte
Dopo pochi chilometri, visto che si viaggia dalla parte del vuoto, si ha la sensazione di viaggiare sulle nuvole. Arrivati in cima, un'altra locanda ci attende: vista la strada ancora da percorrere, a malincuore ma... consiglierei di evitare di proseguire con gli alcolici, infatti il percorso si dipana come il cavetto delle cuffiette in tasca fino al lanificio Ermenegildo Zegna, a Trivero.
La chiesa di Breia
Da qui l'andamento è più dolce, fino a Borgosesia, da dove prenderemo per Breia, un paesino sul bricco conosciuto come Passo di S. Bernardo. Chi, come me, è partito da Quincinetto ha percorso, finora, solo 113 km ma... ci ha impiegato almeno tre ore.
È l'ora di pranzo, arrivati alla chiesa che vedete qui nella foto (occhio: ci arrivate da dietro!), fermatevi, costeggiate la chiesa sulla sinistra e arriverete ad un piccolo ristorante del quale non ricordo il nome ma solo l'ottimo pasto.

Il lago d'Orta dal passo della Colma
È scendendo da questo colle che ho forato: vi auguro maggior fortuna, anche perché ormai manca poco: dobbiamo scendere a Quarona e proseguire per Varallo (dove, come ho scritto sopra, consiglio una visitina a Demetrio) per poi prendere sulla destra per Civiasco, imboccando la strada che ci porterà all'ultimo colle di oggi: il passo della Colma. Un passo senza grosse pretese ma che ci porterà dritti sul lago d'Orta, presentandocelo quasi sfacciatamente, subito dopo aver scollinato: una meraviglia.

Antico Albergo Alzese
Scendiamo verso Pella e fermiamoci alla frazione di Alzo, dove sulla strada, subito dopo la piazza, a destra, troviamo l'Antico Albergo Alzese: ci ho dormito e vi assicuro che entrarci è come fare un viaggio nel tempo, andando a visitare il meglio di cent'anni fa.

Perfettamente ristrutturato offre agli ospiti gentilezza, pulizia, silenzio... e prezzi contenuti. Prenotate, però.

Per la cena si può scendere un chilometro e raggiungere il lungolago di Pella, di fronte all'isola di San Giulio. Anche qui un consiglio ce l'avrei: percorrete ancora un altro chilometro tenendo il lago a destra e troverete una magnifica terrazza sul lago, ottimo cibo e ambiente molto gradevole (almeno in bassa stagione!): l'Imbarcadero.

Ottima cenetta con ottima birra locale, poi a letto presto, che domani la strada è ben più lunga di oggi.

Secondo giorno: da Pella (NO) a Nus (AO)

Bisogna partire presto: aggiriamo il lago d'Orta da nord, attraversando anche Brolo, il paese dei gatti, subito prima di Omegna. Dopo Omegna, svoltiamo a sinistra seguendo le indicazioni per Agrano, che coincidono con quelle per il Mottarone. Da qui si sale, si sale, si sale... fino agli oltre 1.400 metri della cima.
Nonostante sia una delle cime meno elevate delle Alpi, è forse quella che offre il miglior panorama in assoluto, sui sette laghi che la circondano.

Vedute dal Mottarone
Riposino, un po' di panorama, poi via, in discesa verso Stresa e la costa del lago Maggiore fino ad Arona. Da qui il trasferimento in Val d'Aosta, con un tratto di meno di un centinaio di chilometri purtroppo un po' noioso, fino a Carema, da dove, però, potremo veramente ascendere verso le più belle cime delle Alpi in mezzo agli austeri castelli della Valle d'Aosta.

Pulizia strade a 1.600 mt, sullo Tzecore
Da Carema viaggiamo verso Aosta fino a Verrès, dove prendiamo a destra, verso la valle d'Ayas e, dopo aver ammirato sulla destra il castello di Verrès, arrivati a Challand Saint Anselme, svoltiamo stretto a sinistra, verso Saint Vincent. Dopo pochi chilometri ci ritroveremo in cima al colle Tzecore, oltre 1600 mt slm.

Fondovalle e Monte Bianco
andando verso il Colle di Joux
Mi ha stupito vedere la macchina che lavava la strada sulla cima... cose che dalle nostre parti ci sogniamo. Infatti tutto il percorso gode di una pulizia e una regolarità che solitamente ritroviamo solo sulle strade d'oltralpe.

A questo punto si può scegliere di proseguire fino a Saint Vincent, oppure di tornare indietro fino a Challand Saint Anselme per raggiungere un passo in più: il Colle di Joux. Io ho optato per questa seconda possibilità, fermandomi a Challand Saint Anselme per un panino, e poi ripartire verso Arcesaz e Brusson. Lo spettacolo che offre il Colle di Joux, oltre a ricordare veramente il mondo di Heidi, comprende tutto il fondo valle e, sullo sfondo, il massiccio del Monte Bianco. Scusate se è poco.

Arrivati, da una parte o dall'altra, a Saint Vincent, si prosegue sulla destra per Champlong e si ricomincia a salire, per arrivare a Torgnon, quindi al Col de St Pantaléon.
Aspettatevi, dietro ogni curva, di trovarvi improvvisamente davanti ad una vista impareggiabile: il Cervino. Mi ha lasciato senza fiato, lo ammetto. Mi sono dovuto fermare per ammirare.


Il cervino dal Col de St Pantaléon

Ancora pochissimi chilometri e si scollina, per scendere abbastanza rapidamente fino a Champagne, dove costeggiare l'autostrada fino a Nus o a Chatillon, come preferite, per entrare in autostrada e tornare a casa.

Due giorni in moto molto intensi e dai paesaggi che generano sensazioni diverse ma mai noiose: belvedere, laghi, cime, fondovalle, piccoli paesi...

Alla prossima.

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